Fermiamo la politica coloniale di Israele – 13/1/2016

Nonostante la condanna della Comunità internazionale, Israele va avanti con la sua politica coloniale nella Zona “E1”.

Il Ministero degli Affari Esteri palestinese condanna fermamente le dichiarazioni di natura razzista del Ministro del governo Netanyahu Ori Ariel (del gruppo parlamentare “Casa Ebraica”) fatte durante un’ispezione, organizzata dal gruppo “Terra di Israele” della Knesset, nella zona “E1” e negli insediamenti in Cisgiordania, con le quali ha chiesto di annettere a Israele la zona C e la zona E1, e di intensificare la demolizione delle abitazioni dei palestinesi. Queste dichiarazioni rappresentano un’altra prova dei piani estremisti del governo Netanyahu, volti all’espansione sulla terra dello Stato di Palestina, in particolare nella zona “E1”.

Tutti i tentativi di Netanyahu di far credere che stia rispettando le richieste internazionali sono solo degli inganni, perché non rispecchiano la realtà dei fatti sulla terra palestinese.

Il governo israeliano sta ampliando le infrastrutture nella zona “E1”, costruendo strade e ponti per collegare questa zona all’insediamento “Maale Adumim”, con lo scopo di interrompere la continuità territoriale fra il Nord e il Sud della Cisgiordania ed ostruire qualsiasi collegamento con Gerusalemme Est, mettendo così fine alla possibilità di negoziati concreti per giungere alla “soluzione dei due Stati”.

Il Ministero ringrazia tutti i Paesi che hanno espresso condanne nei confronti della politica espansionistica di Israele, compresa la dichiarazione del Ministero degli Esteri americano, che indica come Israele non stia rispettando la “soluzione dei due Stati”.

Israele continua a violare le leggi internazionali e a non prendere in considerazione le richieste della comunità internazionale, approfittando della situazione nella regione e dell’impegno internazionale nella battaglia contro il terrorismo, per far passare i suoi piani.

Il Ministero chiede a tutti i Paesi e alle Nazioni Unite di intervenire e di chiarire la responsabilità del governo di Israele nel seppellire la “soluzione dei due Stati”, e chiede inoltre di garantire una protezione internazionale al popolo palestinese, attivandosi per mettere fine all’occupazione.