L’Ambasciatrice in visita per non dimenticare Sabra e Shatila – 16/9/2016

Maurizio Musolino se ne è andato pochi giorni prima dell’anniversario della strage dei campi profughi di Sabra e Shatila, in Libano. Il massacro della popolazione palestinese avvenne infatti tra il 16 e il 18 settembre 1982. A giugno di quell’anno Israele aveva lanciato la sua operazione “Pace in Galilea” per distruggere l’OLP, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina guidata da Yasser Arafat allora di base in Libano.  Invadendo per la seconda volta il Libano, Israele intraprendeva una guerra che avrebbe fatto 20.000 vittime e distrutto un intero Paese. Bombardamenti, bombe a grappolo e al fosforo, ridussero infatti il Libano e la sua capitale ad un cumulo di macerie fumanti.  Il 16 settembre, uomini delle milizie libanesi entrarono nei campi profughi palestinesi. Iniziò così una carneficina che durò due giorni, con gli israeliani installati a 200 metri da Shatila per creare una cinta intorno ai campi e fornire i mezzi necessari all’operazione. Il bilancio fu di più di 3.000 vittime, per la maggioranza vecchi, donne e bambini.  Il 16 dicembre 1982 l’Assemblea generale delle Nazioni Unite condannò il massacro, definendolo “un atto di genocidio”; una commissione d’inchiesta ne attribuì la responsabilità ad Ariel Sharon, costringendolo a dimettersi da Ministro della Difesa di Israele. Ciò non impedì che egli divenisse successivamente Primo Ministro, come ha ricordato in questi giorni il Segretario Generale del Comitato Esecutivo dell’OLP, Saeb Erekat, sottolineando che “Sabra e Shatila ci ricordano l’importanza di far prevalere la giustizia sull’impunità”.

Per non dimenticare i morti, per non dimenticare Sabra e Shatila, Maurizio Musolino fondò il comitato che porta questo nome. Un comitato che rivendica i diritti dei rifugiati di oggi e di sempre; di tutti quei palestinesi cacciati dalla propria terra e a cui non è consentito fare ritorno in patria, nonostante ne abbiano pieno diritto. Lo stesso comitato, subito dopo aver salutato Maurizio è partito per il Libano con una delegazione che, come ogni anno, ha voluto rendere omaggio alle vittime di Sabra e Shatila, ma anche conoscere e solidarizzare con i tanti palestinesi, profughi fra i profughi, costretti a uscire oggi dalla Siria. Al centro delle iniziative con cui gli oltre 400 mila palestinesi che vivono nei campi profughi del Libano hanno ricordato le vittime della strage e le cause della loro lunga diaspora, il tema del diritto al ritorno secondo la Risoluzione ONU 194, e la richiesta di non essere dimenticati.

L’Ambasciatrice dello Stato di Palestina in Italia, Mai Alkaila, era con loro, per non dimenticare Sabra e Shatila, per non dimenticare Maurizio Musolino. In particolare, l’Ambasciatrice ha visitato il campo profughi di Burj Al Barjni, la Fondazione Ragazzi della Resistenza nel campo di Mar Elias, il cimitero dei martiri della resistenza nel campo di Shatila e le famiglie delle vittime del massacro.