Newsletter No 42 – 24/10/2016

 “La comunità internazionale non è d’accordo con le politiche che proteggono l’occupazione e contribuiscono al caos e all’instabilità”

Il portavoce del Presidente Abu Mazen

Indice:

  1. Decisione UNESCO: sempre meglio sapere di cosa si parla

I – Decisione UNESCO: sempre meglio sapere di cosa si parla

All’indomani della votazione del 18 ottobre che ha ratificato la decisione dell’UNESCO in merito alla “Palestina Occupata”, si è continuato a parlare molto di questa iniziativa e si sono aggiunti nuovi commenti, anche da parte di esponenti del mondo politico italiano che non si erano precedentemente espressi in proposito. L’Ambasciata di Palestina ritiene che la cosa più utile sia diffondere il testo della decisione dell’UNESCO tradotto in italiano, che davvero parla da solo e fuga qualsiasi equivoco in merito al riconoscimento, da parte dell’agenzia delle Nazioni Unite e degli Stati Membri, dell’importanza che la Città Vecchia di Gerusalemme e le sue Mura ricoprono per le tre religioni monoteiste: quella cristiana, quella ebraica e quella musulmana.

Nel lamentare insieme al Ministro degli Esteri della Palestina, Riad Malki, come “alcuni Paesi abbiano ceduto all’azione di bullismo internazionale orchestrato dal governo di Tel Aviv per spostare l’attenzione dalle azioni illegali compiute da Israele dentro Gerusalemme Est Occupata (effettivamente denunciate dall’UNESCO) a questioni irrilevanti rispetto al contenuto e agli obiettivi della decisione”, l’Ambasciata di Palestina ribadisce quanto espresso dal portavoce del Presidente Abu Mazen, che la decisione costituisce soprattutto “un messaggio chiaro affinché Israele metta fine all’occupazione e riconosca lo Stato di Palestina con Gerusalemme Est capitale”.

Non resta che augurare una buona lettura.

PALESTINA OCCUPATA

Decisione presentata da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan, approvata dall’UNESCO il 18 ottobre 2016 

I.A  Gerusalemme

Il Comitato Esecutivo,

  1. Avendo esaminato il documento 200 EX/25;
  2. Richiamando le disposizioni delle quattro Convenzioni di Ginevra (1949) e i Protocolli aggiuntivi (1977), la Convenzione Internazionale dell’Aja del 1907 su Leggi ed Usi della Guerra Terrestre, la Convenzione dell’Aja per la Protezione dei Beni Culturali in Caso di Conflitto Armato (1954) e i relativi Protocolli, la Convenzione UNESCO concernente le Misure da Adottare per Interdire e Impedire l’Illecita Importazione, Esportazione e Trasferimento di Proprietà dei Beni Culturali (1970), la Convenzione UNESCO sulla Protezione del Patrimonio Mondiale, Culturale e Naturale dell’Umanità (1972), l’iscrizione su richiesta della Giordania della Città Vecchia di Gerusalemme e delle sue Mura nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità (1981) e nella Lista dei Patrimoni dell’Umanità in Pericolo (1982), nonché le raccomandazioni, risoluzioni e decisioni dell’UNESCO sulla protezione del patrimonio culturale, così come le risoluzioni e decisioni dell’UNESCO con riferimento a Gerusalemme, e richiamando anche le precedenti decisioni UNESCO sulla ricostruzione e sviluppo di Gaza e sui siti palestinesi di Al-Khalil/Hebron e Betlemme;
  3. Affermando l’importanza della Città Vecchia di Gerusalemme e delle sue Mura per le tre religioni monoteiste, ed affermando altresì che niente della presente decisione – che intende, tra le altre cose, salvaguardare il patrimonio culturale della Palestina e il carattere distintivo di Gerusalemme Est – influenzerà in alcun modo le risoluzioni e le decisioni pertinenti del Consiglio di Sicurezza e delle Nazioni Unite sullo status legale della Palestina e di Gerusalemme;
  4. Si rammarica profondamente del rifiuto di Israele di applicare le precedenti decisioni dell’UNESCO su Gerusalemme, e in particolare la Decisione 185 EX/14, nota che la sua richiesta al Direttore Generale di nominare, il prima possibile, un rappresentate permanente di stanza a Gerusalemme Est per riferire regolarmente su tutti gli aspetti relativi alle sfere di competenza dell’UNESCO a Gerusalemme Est non è stata soddisfatta, e rinnova al Direttore Generale la richiesta di nominare il suddetto rappresentante;
  5. Deplora profondamente la mancata cessazione da parte di Israele, la Potenza occupante, dei persistenti scavi e i lavori a Gerusalemme Est ed in particolare all’interno ed intorno alla Città Vecchia, e rinnova ad Israele, la Potenza occupante, la propria richiesta di proibire tali lavori in conformità con i suoi obblighi disposti da convenzioni, risoluzioni e decisioni dell’UNESCO pertinenti;
  6. Ringrazia il Direttore Generale per i suoi tentativi di applicare le precedenti decisioni dell’UNESCO su Gerusalemme e le chiede di mantenere e rafforzare tali sforzi;

I.B La Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif e i suoi dintorni

 

I.B.1 La Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif

  1. Chiede a Israele, la Potenza occupante, di permettere il ripristino dello status quo storico che ha prevalso fino al Settembre 2000, secondo il quale il Dipartimento giordano dell’Awqaf (Fondazione religiosa) esercitava autorità esclusiva sulla Moschea di Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif, e il suo mandato si estendeva a tutte le questioni riguardanti l’amministrazione senza impedimenti della Moschea di Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif, inclusi il mantenimento, il restauro e la regolamentazione dell’accesso;
  2. Condanna fortemente l’escalation di aggressioni israeliane e le misure illegali nei confronti del Awqaf e del suo personale, e nei confronti della libertà di culto e dell’accesso dei musulmani al loro luogo sacro della Moschea di Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif, e chiede a Israele, la Potenza occupante, di rispettare lo status quo storico e di cessare immediatamente tali misure;
  3. Deplora fermamente le continue aggressioni alla Moschea di Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif da parte di estremisti israeliani di destra e forze in uniforme, e sollecita urgentemente Israele, la Potenza occupante, ad intraprendere le misure necessarie a prevenire abusi provocatori che violano la santità e l’integrità della Moschea Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif;
  4. Denuncia con forza le continue aggressioni israeliane contro i civili, incluse figure religiose islamiche e cristiane, denuncia l’ingresso con la forza nelle varie moschee ed edifici storici del complesso della Moschea di Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif da parte di diversi funzionari israeliani, compresi i cosiddetti ufficiali delle “Antichità Israeliane”, e gli arresti e ferimenti di musulmani in preghiera e di guardie giordane dell’Awqaf presso la Moschea di Al-Aqsa/Al-Haram Al-Sharif da parte delle forze israeliane; e sollecita urgentemente Israele, la Potenza occupante, a terminare queste aggressioni ed abusi che infiammano la tensione tra i seguaci delle diverse religioni;
  5. Disapprova la restrizione israeliana di accesso alla Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif durante l’Eid Al-Adha del 2015 e le conseguenti violenze, e chiede a Israele, la Potenza occupante, di cessare tutte le violazioni contro la Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif;
  6. Si rammarica profondamente per il rifiuto di Israele di concedere visti agli esperti dell’UNESCO incaricati del progetto UNESCO presso il Centro dei Manoscritti Islamici nella Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif, e chiede a Israele di concedere i visti agli esperti dell’UNESCO senza alcuna restrizione;
  7. Si rammarica per il danno causato dalle forze israeliane, specialmente a partire dall’Agosto 2015, alle porte e finestre storiche della Moschea di Al-Qibli, all’interno del complesso della Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif, e riafferma, a tale proposito, l’obbligo di Israele di rispettare l’integrità, l’autenticità ed il patrimonio culturale della Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif, come riflesso nello status quo storico, in quanto luogo sacro di preghiera islamico e parte integrante di un sito patrimonio culturale dell’umanità;
  8. Esprime la propria profonda preoccupazione sulla chiusura e il divieto da parte di Israele di ristrutturare l’edificio della Porta di Al-Rahma, una delle porte della Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif, e sollecita urgentemente Israele, la Potenza occupante, a riaprire tale porta e porre fine all’ostruzionismo nei riguardi dei necessari lavori di restauro, per poter riparare i danni apportati dalle condizioni meteorologiche, e in particolare dalle infiltrazioni d’acqua nelle stanze dell’edificio;
  9. Chiede inoltre a Israele, la Potenza occupante, di cessare gli impedimenti nell’esecuzione immediata di tutti i 18 progetti di ristrutturazione hascemiti dentro e intorno alla Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif;
  10. Deplora la decisione israeliana di approvare un piano per la costruzione di un sistema di due linee di funivia a Gerusalemme Est e il cosiddetto progetto “Casa Liba” nella Città Vecchia, così come la costruzione del cosiddetto “Centro Kedem”, un centro visite nei pressi del Muro Sud della Moschea Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif, la costruzione dell’edificio Strauss ed il progetto dell’ascensore nella Piazza Al-Buraq “Piazza del Muro Ovest”, e sollecita urgentemente Israele, la Potenza occupante, a rinunciare ai progetti sopra citati e a fermare i lavori di costruzione in conformità con i propri obblighi rispetto alle convenzioni, risoluzioni e decisioni dell’UNESCO pertinenti;

I.B.2 La Salita alla Porta dei Magrebini nella Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif

  1. Riafferma che la Salita dei Magrebini è parte integrante e inseparabile della Moschea di Al-Aqṣa/Al-Ḥaram Al-Sharif;
  2. Prende nota del 16° Rapporto di Monitoraggio Potenziato e di tutti i precedenti rapporti, insieme alle loro appendici preparate dal Centro per il Patrimonio dell’Umanità, e dei rapporti sullo Stato di Conservazione presentati al Centro per il Patrimonio dell’Umanità dal Regno Hascemita di Giordania e dallo Sato di Palestina;
  3. Depreca le continue misure unilaterali israeliane e le decisioni in merito alla Salita alla Porta dei Magrebini, inclusi gli ultimi lavori condotti all’ingresso della Porta dei Magrebini nel febbraio 2015, l’installazione di un ombrellone a tale ingresso e la creazione forzata di una nuova piattaforma per la preghiera ebraica a Sud della Salita dei Magrebini nella Piazza Al-Buraq “Piazza del Muro Ovest”, e la rimozione delle rovine islamiche presenti sul sito, e riafferma che nessuna misura unilaterale israeliana dovrà venire intrapresa, in conformità con lo status e gli obblighi derivanti dalla Convenzione dell’Aja del 1954 per la Protezione dei Beni Culturali in Caso di Conflitto Armato;
  4. Esprime inoltre la propria forte preoccupazione riguardo alle demolizioni illegali delle rovine degli omayyadi, degli ottomani e dei mamelucchi, così come riguardo ad altri lavori e scavi intrusivi dentro e intorno al Sentiero per la Porta dei Magrebini, e chiede altresì a Israele, la Potenza occupante, di fermare tali demolizioni, scavi e lavori e di adempiere ai propri obblighi secondo le disposizioni delle convenzioni dell’UNESCO menzionate nel paragrafo 2 qui sopra;
  5. Rinnova i propri ringraziamenti alla Giordania per la sua cooperazione e sollecita urgentemente Israele, la Potenza occupante, a cooperare con il Dipartimento giordano dell’Awqaf, in conformità con i propri obblighi secondo le disposizioni della Convenzione dell’Aja del 1954 per la Protezione dei Beni Culturali in Caso di Conflitto Armato, e ad agevolare l’accesso al sito degli esperti giordani dell’Awqaf con i loro strumenti e materiali per poter effettuare l’esecuzione del progetto giordano della Salita alla Porta dei Magrebini in accordo con le decisioni dell’UNESCO e del Comitato per il Patrimonio dell’Umanità, in particolare 37 COM/7A.26, 38 COM/7A.4 e 39 COM/7A.27;
  6. Ringrazia il Direttore Generale per la sua attenzione alla delicata situazione in oggetto, e le fa richiesta di intraprendere le adeguate misure per rendere possibile l’esecuzione del progetto giordano della Salita alla Porta dei Magrebini;

I.C Missione di monitoraggio reattivo dell’UNESCO nella Città Vecchia di Gerusalemme e presso le sue Mura e incontro degli esperti dell’UNESCO sulla Salita dei Magrebini

  1. Sottolinea ancora una volta il bisogno urgente di rendere effettiva la missione di monitoraggio reattivo nella Città Vecchia di Gerusalemme e presso le sue Mura;
  2. Ricorda a questo proposito la Decisione 196 EX/26 che ha stabilito, in caso di mancata esecuzione, di considerare, in conformità con il diritto internazionale, altri mezzi per assicurare tale adempimento;
  3. Nota con forte preoccupazione che Israele, la Potenza occupante, non ha rispettato nessuna delle 12 decisioni del Comitato Esecutivo[1] e nessuna delle 6 decisioni del Comitato per il Patrimonio dell’Umanità[2] che chiedono di rendere effettiva la missione di monitoraggio reattivo nella Città Vecchia di Gerusalemme e presso le sue Mura;
  4. Si rammarica per il continuo rifiuto da parte di Israele di agire in accordo con le decisioni dell’UNESCO e del Comitato per il Patrimonio dell’Umanità che chiedono una riunione di esperti dell’UNESCO sulla Salita dei Magrebini e l’invio di una missione di monitoraggio reattivo nella Città Vecchia di Gerusalemme e presso le sue Mura;
  5. Invita il Direttore Generale ad intraprendere le misure necessarie perché si effettui la sopra citata missione di monitoraggio reattivo in accordo con la Decisione 34 COM/7A.20 del Comitato per il Patrimonio dell’Umanità, prima della prossima riunione del Comitato Esecutivo, ed invita tutte le parti in causa a facilitare l’adempimento della missione e dell’incontro di esperti;
  6. Richiede che il rapporto e le raccomandazioni della missione di monitoraggio reattivo, così come il rapporto dell’incontro tecnico sulla Salita dei Magrebini, siano presentati a tutte le parti interessate;
  7. Ringrazia il Direttore Generale per i suoi continui sforzi per rendere effettiva la sopra citata missione congiunta di monitoraggio reattivo dell’UNESCO e tutte le decisioni e risoluzioni dell’UNESCO correlate;

II  RICOSTRUZIONE E SVILUPPO DI GAZA

  1. Deplora gli scontri militari all’interno e intorno alla Striscia di Gaza e le vittime civili causate, compresa l’uccisione e il ferimento di migliaia di civili palestinesi, tra cui bambini, così come il continuo impatto negativo sulle sfere di competenza dell’UNESCO, gli attacchi alle scuole e ad altri istituti educativi e culturali, incluse infrazioni dell’inviolabilità delle scuole dell’Agenzia delle Nazioni Unite per il Soccorso e l’Occupazione (UNRWA) dei rifugiati palestinesi nel Vicino Oriente;
  2. Deplora con forza il continuo blocco israeliano della Striscia di Gaza, che colpisce negativamente il libero e prolungato movimento di personale e di aiuti umanitari così come l’intollerabile numero di vittime tra i bambini palestinesi, gli attacchi alle scuole e ad altri istituti educativi e culturali, e l’impedimento dell’accesso all’educazione, e chiede a Israele, la Potenza occupante, di sollevare immediatamente il blocco;
  3. Rinnova la propria richiesta al Direttore Generale di potenziare, il prima possibile, l’Antenna dell’UNESCO a Gaza per assicurare la pronta ricostruzione di scuole, università, siti patrimonio culturale, istituzioni culturali, centri per i media e luoghi di culto che sono stati distrutti o danneggiati dalle guerre che si sono succedute contro Gaza;
  4. Ringrazia il Direttore Generale per l’incontro informativo tenuto nel Marzo 2015 circa l’attuale situazione a Gaza nelle sfere di competenza dell’UNESCO e sul risultato dei progetti condotti dall’UNESCO nella Striscia di Gaza-Palestina, e la invita ad organizzare, appena possibile, un nuovo incontro informativo sullo stesso tema;
  5. Ringrazia inoltre il Direttore Generale per le iniziative che sono già state portate avanti a Gaza nel campo dell’educazione, della cultura e dell’infanzia e per la sicurezza dei reporter, e le chiede di proseguire il suo coinvolgimento attivo nella ricostruzione dei siti educativi e culturali di Gaza che sono stati danneggiati;

III I DUE SITI PALESTINESI DI AL-ḤARAM AL-IBRAHIMI/TOMBA DEI PATRIARCHI AD AL-KHALIL/HEBRON E DELLA MOSCHEA BILAL IBN RABAḤ /TOMBA DI RACHELE A BETLEMME

  1. Riafferma che i due siti in oggetto, situati ad Al-Khalil/Hebron e a Betlemme, sono parte integrante della Palestina;
  2. Condivide la convinzione affermata dalla comunità internazionale secondo la quale i due siti sono significativi per il Giudaismo, il Cristianesimo e l’Islam;
  3. Disapprova fortemente gli scavi e i lavori israeliani illegali attualmente in corso, la costruzione di strade private per i coloni e di un Muro di Separazione dentro la Città Vecchia di Al-Khalil/Hebron che colpiscono negativamente l’integrità del sito, e il conseguente impedimento della libertà di movimento e della libertà di accesso ai luoghi di preghiera, e chiede a Israele, la Potenza occupante, di porre fine a tali violazioni, in accordo con le disposizioni delle convenzioni, risoluzioni e decisioni dell’UNESCO pertinenti;
  4. Deplora profondamente il nuovo ciclo di violenza, iniziato nell’ottobre 2015, nel contesto di costanti aggressioni da parte dei coloni Israeliani e di altri gruppi estremisti contro residenti palestinesi, compresi bambini in età scolastica, e chiede anche a Israele di impedire tali aggressioni;
  5. Si rammarica dell’impatto visivo del Muro di Separazione nel sito della Moschea Bilal Ibn Rabaḥ/Tomba di Rachele a Betlemme, così come dello stretto divieto di accesso al sito imposto ai fedeli palestinesi cristiani e musulmani, e chiede alle autorità israeliane ti riportare il paesaggio intorno al sito al suo aspetto originale e di rimuovere il divieto di accesso ad esso;
  6. Si rammarica profondamente del rifiuto da parte di Israele di adempiere alla Decisione 185 EX/15, che richiedeva alle autorità israeliane di rimuovere i due siti palestinesi dalla lista del proprio patrimonio nazionale, e chiede alle autorità israeliana di agire in accordo con tale decisione;

IV

  1. Decide di includere queste materie di discussione, riunite sotto una voce intitolata “Palestina Occupata”, nell’agenda della sua 201sima sessione, ed invita il Direttore Generale a presentarvi di conseguenza un rapporto di aggiornamento.

Vedi:

http://unesdoc.unesco.org/images/0024/002462/246215e.pdf

http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/politica/2016/10/14/mo-anp-da-unesco-chiaro-messaggio-a-israele_16d29d47-14f5-4962-86dc-5bc8738528f9.html

http://english.wafa.ps/page.aspx?id=4PbOPGa50649439401a4PbOPG

https://www.yahoo.com/news/unesco-votes-palestine-resolutions-opposed-israel-094717982.html

[1] Le 11 decisioni del Comitato Esecutivo: 185 EX/Decision 14, 186 EX/Decision 11, 187 EX/Decision 11, 189 EX/Decision 8, 190 EX/Decision 13, 191 EX/Decision 9, 192 EX/Decision 11, 194 EX/Decision 11, 195 EX/Decision9, 196 EX/Decision 26, 197 EX/Decision 32, 199 EX/Dec.19.1.

[2] Le 6 risoluzioni del Comitato per il Patrimonio dell’Umanità: 34 COM/7A.20, 35 COM/7A.22, 36 COM/7A.23, 37 COM/7A.26, 38 COM/7A.4, 39 COM/7A.27.