Newsletter No 57 – 13/2/2017

“Il Consiglio di Sicurezza riafferma che la costruzione da parte di Israele di colonie sul territorio palestinese occupato dal 1967, compresa Gerusalemme Est, non ha validità legale e costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale”

Risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 23 dicembre 2016

Indice:

  1. Cosa significa la legge della Knesset sugli insediamenti
  2. La reazione palestinese
  3. La reazione dell’ONU e della UE
  4. La battaglia legale

I – Cosa significa la legge della Knesset sugli insediamenti

La legge approvata dalla Knesset lo scorso 6 febbraio ha destato particolare clamore e c’è da rallegrarsene, perché ha richiamato l’attenzione dell’opinione pubblica internazionale su una questione come quella degli insediamenti che in realtà affligge la Palestina da 50 anni. Si tratta, come ormai tutti sanno, di una legge che permette a Israele di appropriarsi definitivamente di centinaia di ettari di terra palestinese in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, legalizzando retroattivamente un furto: quello di circa 6mila unità abitative costruite abusivamente dai coloni su terreni privati palestinesi.

Quest’ultima goccia, quella che tocca terreni “privati” palestinesi, sembra aver fatto traboccare il vaso della tolleranza e dell’indifferenza che hanno caratterizzato l’atteggiamento della maggior parte dei media italiani e internazionali di fronte alla continua espansione degli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Vale però la pena sottolineare, ancora una volta, che tutti gli insediamenti israeliani sono illegali secondo il diritto internazionale: se da un lato la IV Convenzione di Ginevra del 1949 proibisce che una forza di occupazione (come Israele) trasferisca parte della sua popolazione (come i coloni israeliani) nel territorio occupato (come la Palestina), e lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale del 1998 annovera tale azione tra i “crimini di guerra”, molte Risoluzioni ONU si riferiscono esplicitamente agli insediamenti israeliani in Cisgiordania. Ricordiamo a questo proposito solo la 2334 del Consiglio di Sicurezza, che il 23 dicembre 2016, all’indomani del primo passaggio parlamentare della legge di “regolarizzazione” di cui stiamo discutendo, ha ribadito l’illegalità delle attività di colonizzazione israeliane.

Il fatto che la Knesset – con 60 voti a favore e 52 contro – abbia comunque approvato una simile “legge furto”, conferma come Israele sia in mano a una coalizione di estremisti senza precedenti, capace di smantellare un avamposto come quello di Amona, dichiarato illegale dalla stessa Corte Suprema israeliana, solo per premiarne i coloni con la promessa di un insediamento nuovo. Quel che Israele sta perpetrando sulla terra di Palestina mira all’affondamento della soluzione dei due Stati, coerentemente con la sua volontà di scongiurare tale soluzione.

Non a caso, il Ministro della Scienza e Tecnologia israeliano, Ophir Akunis, del Likud, ha subito ammesso che la legge rappresenta “un passo importante verso l’eliminazione della soluzione dei due Stati e per impedire la creazione di uno Stato palestinese”. Un’affermazione portata alle estreme conseguenze dalla Ministra della Cultura e dello Sport, Miri Regev, secondo la quale in questo modo “L’era della soluzione dei due Stati è già finita”.

Vedi:

http://nena-news.it/israele-approvata-la-legge-sugli-insediamenti/

http://www.internazionale.it/notizie/2017/02/07/perche-legge-israeliana-colonie-criticata

 

II – La reazione palestinese

I commenti rilasciati dalle autorità palestinesi sono stati ovviamente di segno opposto rispetto a quelli dei ministri israeliani. Immediato quello di Saeb Erekat, Segretario Generale del Comitato Esecutivo dell’OLP: “Mentre migliaia di palestinesi sotto assedio a Gaza vengono terrorizzati dai bombardamenti israeliani, il parlamento israeliano approva una legge che legalizza il furto di terra palestinese. Ma rubare è illegale. Tutti gli insediamenti israeliani nella Palestina Occupata sono illegali e costituiscono un crimine di Guerra, indipendentemente da qualsiasi legge passata dal parlamento israeliano o da qualsiasi decisione presa da un giudice israeliano. L’impresa israeliana degli insediamenti nega la pace e la possibilità della soluzione dei due Stati”.

Erekat si è per questo appellate alla comunità internazionale, che “ha la responsabilità di intraprendere azioni concrete per proteggere il popolo palestinese sottoposto al dominio militare di Israele, anziché rilasciare semplici dichiarazioni”.

 Un altro Membro del Comitato Esecutivo dell’OLP, Hanan Ashrawi, ha denunciato che “Questa legge segna l’annessione definitiva della Cisgiordania” da parte di Israele, perché “non cerca solo di legalizzare retroattivamente gli insediamenti e gli avamposti costruiti su proprietà private palestinesi, ma dà anche licenza ai coloni di commettere impunemente ulteriori furti di terra in Cisgiordania”. Di fatto, insiste Ashrawi, “Tutti gli insediamenti sono illegali, sia che siano costruiti su proprietà privata, sia che si trovino su terre dello Stato appartenenti all’insieme della collettività palestinese”. La comunità internazionale, compresi gli Stati Uniti e l’Unione Europea, devono assolutamente intervenire per porre fine “alla mancanza di rispetto della legge da parte di Israele e al suo sistema di Apartheid e pulizia etnica”, provvedendo a “misure punitive e sanzioni prima che sia troppo tardi”.

Il Consiglio Nazionale Palestinese, principale organo decisionale dell’OLP, attraverso il suo Presidente, Salim Zanoun, ha voluto mettere in guardia le Nazioni Unite sulla sfida che Israele sta muovendo a tutte le decisioni prese dalla comunità internazionale su questo tema, insistendo sul fatto che un simile furto di terra va a premiare coloni estremisti e merita l’apertura immediata di un’inchiesta della Corte Penale Internazionale, oltre che la sospensione della Knesset dall’Unione Interparlamentare Internazionale.

Dello stesso avviso il Ministero degli Esteri palestinesi, secondo il quale “la potenza occupante si è abituata a ogni forma di condanna degli insediamenti purché queste condanne non includano vere sanzioni e non abbiano alcun effetto sulle relazioni bilaterali con Israele”. Per questo il ministero ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di difendere la credibilità delle proprie decisioni sugli insediamenti, con particolare riferimento alla Risoluzione 2334.

Ovviamente, anche il Presidente Abu Mazen, nel corso di una conferenza stampa organizzata a Parigi il 7 febbraio, in occasione del suo incontro con il Presidente Hollande, ha denunciato che “questa legge è una violazione del diritto internazionale”, e promesso che “continueremo il nostro lavoro presso i tribunali internazionali per proteggere la nostra presenza e la nostra esistenza sulla terra di Palestina”.  Abu Mazen ha anche insistito sul fatto che “Ciò che vogliamo conseguire è la pace con i nostri vicini, uscendo da questa grande prigione dove Israele cerca di tenerci e di cui pagherà il prezzo proprio Israele”, perché la politica degli insediamenti sta portando “alla costruzione di uno Stato, due sistemi, cioè all’ Apartheid”.

Vedi:

https://www.nad.ps/en/media-room/press-releases/dr-saeb-erekat-looting-illegal-israeli-settlement-enterprise-negates-peace

http://english.wafa.ps/page.aspx?id=B8KZeha52311200139aB8KZeh

http://english.wafa.ps/page.aspx?id=D7iJdta52310248386aD7iJdt

http://english.wafa.ps/page.aspx?id=z61hz9a52320717669az61hz9http://english.wafa.ps/page.aspx?id=z61hz9a52320717669az61hz9

III – La reazione dell’ONU e della UE

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite, António Guterres, “si è molto rammaricato” e ha immediatamente denunciato l’approvazione di una legge che “garantisce immunità a insediamenti e avamposti costruiti in Cisgiordania su terreni privati palestinesi”, ammonendo sul fatto che avrà certamente “conseguenze legali di vasta portata” per Israele. Secondo quanto dichiarato dal suo p ortavoce, Stéphane Dujarric, “Il Segretario Generale insiste sulla necessità di evitare qualsiasi azione che possa far deragliare la soluzione dei due Stati”. Dello stesso tenore la dichiarazione dell’Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e la Politica di Sicurezza, Federica Mogherini, secondo la quale “Questa legge ha oltrepassato una soglia nuova e molto pericolosa, legalizzando, per quel che concerne il diritto israeliano, il sequestro dei diritti di proprietà palestinesi; e autorizzando, in sostanza, la confisca di terre private possedute da palestinesi nei Territori Occupati”. Questo, ha affermato Mogherini, “andrebbe contro gli impegni precedentemente presi da diversi governi israeliani e sarebbe illegale secondo il diritto internazionale”. Di fatto, “il parlamento israeliano in questo modo ha legiferato sullo status legale di terreni che fanno parte di un territorio occupato, cosa che va al di là della sua giurisdizione”. Se questa legge fosse applicata, “consoliderebbe ulteriormente la realtà di uno Stato con disparità di diritti, occupazione perpetua e conflitto”. Per questo, l’Unione Europea ha deciso di chiedere alla leadership israeliana di “evitare di rendere effettiva la legge, scongiurando misure che alzerebbero ancor più la tensione”.

Vedi:

https://www.un.org/sg/en/content/sg/statement/2017-02-07/statement-attributable-spokesman-secretary-general-passing-so-called

https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage_en/20104/Statement%20by%20High%20Representative/Vice-President%20Federica%20Mogherini%20on%20the%20%22Regularisation%20Law%22%20adopted%20by%20the%20Israeli%20Knesse

thttp://english.wafa.ps/page.aspx?id=7NFpXLa52315007151a7NFpXL

http://english.wafa.ps/page.aspx?id=d66Rbpa52315958904ad66Rbp

IV – La battaglia legale

Indifferente all’opinione pubblica mondiale, Benjamin Netanyahu sembra più attento alle sentenze dei giudici israeliani. Per questo, diversi esponenti della sua maggioranza stanno facendo pressione sulla Corte Suprema affinché non dichiari illegittima la sanatoria degli avamposti in Cisgiordania decretata dalla “Legge di Regolarizzazione”, paralizzando così il disegno politico che vuole estendere la sovranità israeliana sui principali blocchi di insediamenti ebraici nei Territori Occupati. La battaglia legale in Israele si annuncia incandescente. Due Ong – il Centro Legale per i Diritti della Minoranza Araba in Israele (Adalah) e il Centro di Gerusalemme per l’Aiuto Legale e i Diritti Umani (JLAC) – in rappresentanza di 17 municipalità della Cisgiordania e in possesso della documentazione relativa alla presenza di colonie su terre private palestinesi, hanno già presentato ricorso alla Corte Suprema l’8 febbraio, affermando che la nuova legge non è solo in contrasto col diritto internazionale ed umanitario, ma è anche incompatibile con il sistema giuridico israeliano, poiché viola il diritto di proprietà dei palestinesi. “Costoro – affermano le due Ong – si trovano alla mercé altrui, privi di difese legali ed esposti al rischio di essere privati delle loro proprietà a beneficio dei coloni israeliani”. Lo scopo evidente della legge, proseguono, “è la volontà di preferire gli interessi di questo gruppo”, ossia dei coloni israeliani che occupano quelle terre. “I giudici hanno trenta giorni di tempo per dare una risposta”, ha spiegato Suhad Bishara, Direttore dell’Unità per la Terra e la Pianificazione di Adalah, aggiungendo che la sua Ong ha chiesto alla Corte di congelare l’applicazione della nuova legge fino a sentenza definitiva. L’avvocato Bishara ha anche avvertito sulle conseguenze della nuova e “pericolosa” legge, sostenendo che dia “preferenza assoluta agli interessi politici di Israele come potenza occupante”. In questo modo, la legge “viola i diritti di proprietà sia dei residenti che dei rifugiati palestinesi” e, trattandosi di “una norma israeliana applicata ai Territori Occupati Palestinesi”, contravviene sfacciatamente al diritto internazionale. Il suo obiettivo, secondo l’avvocato, non può essere che quello di “rendere validi” ulteriori insediamenti illegali in Cisgiordania.

Vedi:

http://english.wafa.ps/page.aspx?id=fke2Oxa52318814163afke2Ox

http://nena-news.it/territori-occupati-colonie-lo-scontro-arriva-alla-corte-suprema/

http://www.jpost.com/Opinion/Netanyahu-looks-to-MFA-for-damage-control-following-international-disdain-over-Settlements-Law-481078