In ricordo di Monsignor Capucci – 1/3/2017

Carissimi e carissime,

A nome dell’Ambasciata di Palestina, del Presidente Mahmoud Abbas, del governo e di tutto il popolo palestinese, ringrazio voi tutti per essere qui con noi, stasera, a ricordare Monsignor Hilarion Capucci, già Arcivescovo di Gerusalemme, morto in esilio a Roma, il primo giorno dell’anno, all’età di 94 anni.

A due mesi dalla sua scomparsa, abbiamo ancora il cuore gonfio di dolore, perché è venuto a mancare un grande patriota del mondo arabo, ma anche un amico, un simbolo e un pezzo di storia del popolo palestinese. Si è spenta una luce per tutti noi. Era un costruttore di ponti, ponti di dialogo, ponti con i fratelli di fede islamica, per la pace contro il terrorismo.

Nato George Bashir Capucci il 2 marzo 1922 nella martoriata Aleppo, in Siria, assunse il nome di Hilarion quando divenne Arcivescovo della Chiesa Cattolica Melchita di Gerusalemme nel 1965. Un incarico che mantenne fino al suo arresto da parte delle forze d’occupazione israeliana nel 1974, quando fu accusato di sostenere la resistenza palestinese di Al-Fatah.

Detenuto, torturato, processato e condannato a 12 anni di carcere, il suo divenne un caso internazionale: il popolo palestinese si rivoltò ovunque, vi furono manifestazioni di piazza in tutte le capitali del mondo, diversi governi si mossero e Israele fu costretta a rilasciarlo dopo meno di 4 anni di carcere, consegnandolo allo Stato del Vaticano, che aveva perorato la sua causa attraverso l’intervento personale di Papa Paolo VI. Fu così che si trasferì a Roma nel 1977, a condizione di non fare più ritorno nella sua amata Gerusalemme e nella sua amata Palestina.

Da allora visse esiliato in Italia, ma accanto ai suoi impegni di uomo di fede non dimenticò mai il diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese e di tutti i popoli oppressi. Proprio in uno degli ultimi giorni della sua lunga vita terrena gli fu sentito dire: (aperte le virgolette) “io non sono la straordinaria leggenda che descrivono, sono un semplice uomo che appartiene a un grande popolo combattente; un uomo che ha visto violare il bene, la ragione, il diritto e la giustizia, e che ha gridato per rifiutare questo male e questa ingiustizia. Non smetterò mai di santificare la terra di Palestina e la sua Gerusalemme” (chiuse le virgolette).

La Palestina ha perso con lui uno dei primi sostenitori della resistenza del suo popolo, una guida spirituale ostinata e tenace, amante di tutta l’umanità.

Gloria eterna alla sua anima e all’uomo che amò la Palestina e Gerusalemme.

Ci mancherai, caro Monsignor Capucci, ma ti ricorderemo sempre per il tuo bel sorriso, il tuo ottimismo e il tuo spirito di uomo di pace e giustizia. Riposa in pace. Noi seguiremo il tuo percorso fino a realizzare il sogno del nostro ritorno a Gerusalemme nella libertà e nell’indipendenza.